venerdì 28 marzo 2014

CONCORSO HELLSGATE CHRONICLES - Racconto #02

ALZATI E CAMMINA
di Danilo Gentile

Che ci crediate o no, il luogo in cui ha inizio questa storia è un cimitero, l’ultima dimora adibita ai corpi senza vita di chi, una volta, era un essere umano. Se non ricordo male, sempre che abbia nel cranio l’intero mio cervello, il nome che avevo quando ero in vita era Alec. Suppongo abbiate notato il tempo al passato, sapete perché ne ho fatto uso? Non dico nulla, tanto basta fare due più due, e a chi ancora non ha capito di cosa sto parlando, basta che legga il titolo. Potrei anche riferirmi a quella frase sul cervello, ma è troppo scontato, ameno credo; senza parlare di come abbia menzionato di non essere in vita, ma solo un decerebrato non capirebbe.
Ma detto da me non avrebbe senso, giusto? Per quanto ne so, potrei essere senza testa. Comunque, direi che risvegliarsi come zombi dopo essere stati sepolti non è una bella esperienza, tutta quest’oscurità non mi si addice. E se provassi a uscire dalla bara? Potrei tentare di rompere il coperchio, tanto è di legno, e poiché sono uno zombi, devo pur avere qualche superpotere; almeno così insegna la TV. Pronto o no coperchio, ecco che ti arriva diretto un bel pugno. Dato che la terra mi cola addosso, deduco di esserci riuscito. Che essa mi entri pure nel naso, tanto non respiro più, e mi sa che non l’ho nemmeno. Addio allergia al polline. Però, oltre alla forza devo aver acquisito anche una certa velocità, perché esco completamente dalla tomba in pochi secondi. O forse chi mi ha creato è troppo pigro perché dia una descrizione più dettagliata, sceglierei quest’affermazione. Buio là dentro, buio qui fuori, mi sa che gli zombi resuscitano solo di notte. Se almeno ci fosse qualche stella in più, non ci sarebbe tutta questa teatrale atmosfera di horror, se non altro per come la vedo io; anche se prima, togliendomi un po’ di terra dalla testa, mi sono accorto che mi mancava l’occhio destro. Peccato, era il mio preferito.
«Alec… ti stavo aspettando.»
Devo avere delle allucinazioni uditive, nonostante le mezze orecchie che mi ritrovo. Sentire ancora la voce di Lucy è prova che, inconsciamente, io pensi ancora a lei; a quanto pare continuo ad amarla anche da zombi.
«Alec… buon San Valentino.»
Non riesco a credere alla visione che si para davanti al mio occhio, anche se trovo più incredibile la mia testa a 180°.
«Lucy?»
Ma no, non è lei, non può essere lei. La Lucy che ricordo è bellissima, una luce in forma umana. Nulla a che vedere con questa qui, così spenta, bianca, triste e con un foro al petto.
«Eh?»
Vedo che te ne sei accorto.
Faccio ritornare la testa in una posizione regolare e poi mi rivolgo verso l’alto, dove credo provenga quella voce.
«Chi sei?»
Quello che prima hai definito pigro
Mi sa che mi sono messo nei guai. Forse dovrei chiedergli scusa, e magari mi potrà spiegare il senso di tutto questo.
«Alec…»
Giro metà del mio corpo, la parte restante lo fa dopo un paio di secondi, devo ancora abituarmi a questa mia nuova forma. Quella sottospecie di Lucy è più morta di me, eppure noto che sta respirando nonostante il buco nel petto. Si avvicina senza sbattere le palpebre e si appoggia al mio cadavere. Sembra quasi che voglia stringermi.
Abbracciala, Lucy non si ricorda più come si fa.
Suppongo che l’averla chiamata in quel modo la possa considerare come prova della sua identità. Ma perché è in questo stato? Cosa gli è accaduto? Faccio come mi è stato detto e la cingo tra le mie braccia. Il mio occhio versa lacrime.
«Perché… non sento il suo cuore?»
Lo senti benissimo invece, solo che lo cerchi nel corpo sbagliato.
Non è possibile, quello che percepisco dentro di me è il cuore di Lucy, non posso sbagliarmi. Troppe volte l’ho udito scandire i suoi battiti per me così dolci.
«Hai tolto il cuore a Lucy per darlo a me?»
Solo perché me l’ha chiesto con le lacrime, non ho potuto dirle di no.
Rimango sconcertato da quelle parole, Lucy l’ha fatto di sua spontanea volontà, e per uno come me tra l’altro.
«Stupida… ma perché? Non potevi semplicemente trovarti qualcun altro che ti rendesse più felice?»
Adesso sei tu lo stupido, per lei sei e sarai la sua unica fonte felicità.
«Ma il suo cuore…»
Alec, il cuore è solo un organo del corpo umano, nulla più. Se pensi che sia il responsabile dei sentimenti umani, cadi in errore. Guarda Lucy, anche senza cuore, è ancora in vita perché l’amore che prova per te la sostiene. L’assenza del cuore non glielo fa semplicemente esprimere attraverso il suo corpo, ma la sua anima è pazza d’amore per te.
«Che… che cosa ne sarà di noi due?»
Questo non dipende più da me, saranno coloro che leggeranno questa storia a scrivere il vostro destino. Vi amerete? Vi odierete? Troverete un modo per tornare normali? Non mi è dato saperlo. L’unica cosa certa, è che voi due sarete in grado di far sognare le persone, e spero sinceramente che qualcuno vi apprezzi così tanto da disegnare una perfetta conclusione al vostro fato.

BIOGRAFIA AUTORE
Danilo è un divoratore di libri compulsivo, ne ha letti più di 200 e da circa 11 mesi ha iniziato a scrivere. Ai seguenti link potete trovare i suoi lavori!
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RECENSIONE e VOTO: ★★☆☆☆ (2,3)
a cura di Susan Mikhaiel
La sintassi è buona, qualche errore qua e là (tipo un refuso verso l’inizio: “ameno” al posto di “almeno” – e no, non intendeva l’aggettivo ameno, me ne sarei accorta lol – oppure “zombi” al posto di “zombie” – la grafia corretta è con la e – giusto per fare degli esempi), ma nulla di particolarmente grave.
La forma va bene, ma nella parte iniziale avrei spezzato un po’ il testo, per renderlo visivamente meno pesante.
Il contenuto sommariamente mi è piaciuto molto, simpatica l’idea di far parlare il protagonista con l’autore :D. L’inizio è un po’ lento, ma nel complesso è più che buono.

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